25-26 novembre 2022, Sala Professori (ex Presidenza) | via Ostiense 234/236 Roma
Inserito nella serie di iniziative dal titolo “Regimi punitivi e regimi politici in epoca contemporanea. Traiettorie, modelli ed esperienze a 100 anni dall’avvento del fascismo”, il convegno si propone di esplorare le diverse forme di regimi punitivi attivate nel contesto dell’Italia contemporanea e dei suoi possedimenti coloniali, con particolare attenzione all’epoca fascista.
Per il nuovo regime il sistema punitivo rappresentò uno strumento fondamentale di propaganda al fine di sottolineare la forte discontinuità rispetto a quelle che erano ritenute “le mollezze dello stato demo-liberale accusato di debolezza e agnosticismo” [Tessitore, 2005]. Secondo le dichiarazioni dei principali artefici della riforma fascista, la pena doveva essere funzionale alla costruzione di un detenuto modello e potenzialmente alla sua trasformazione in un fascista perfetto.
Questo convegno vuole essere occasione di riflessione sul tema della eccezionalità del sistema di regimi punitivi attivato dal regime, in tutta la loro diversità. Per regimi punitivi intendiamo “l’insieme di pratiche, norme e istituzioni che prendono parte al processo di definizione, costruzione e repressione dei comportamenti «devianti»” (De Vito-Monticelli 2021).
Si tratterà di verificare, da una parte, le modalità attraverso le quali sistemi sanzionatori preesistenti all’avvento del fascismo si sono modificati, e dall’altro, le trasformazioni avvenute con il suo ufficiale esaurimento e l’avvio dell’esperienza repubblicana. Lo scopo è quello di indagare l’esistenza di continuità storiche o di momenti di rottura sia dal punto di vista della elaborazione teorica che nella vita materiale. Dal punto di vista della elaborazione teorica, si intende verificare l’esistenza di una circolazione di modelli punitivi tra differenti contesti geografici – all’interno del contesto italiano, nei diversi ambiti nazionali a livello europeo e con riferimento al rapporto tra colonie e madrepatria.
All’intreccio tra queste configurazioni storiche, risulta importante interrogarsi sul ruolo svolto dal dibattito giuridico, criminologico e sull’ordine pubblico nel legittimare e differenziare questi regimi punitivi. La pluralità di regimi punitivi si riflette anche nelle esperienze delle persone detenute, deportate, internate ed esiliate. Da questo punto di vista, si vuole qui stimolare una riflessione sulle pratiche repressive adottate, le forme di resistenza interna e di collaborazione volte al mantenimento degli stessi regimi punitivi, al fine di comprendere quanto vi sia di differente o simile rispetto alle epoche precedenti e successive. Lo studio di singole strutture (carceri, campi di concentramento, ecc.) o di particolari tipologie (detenuti, internati, deportati, confinati, ecc.) può permettere di vagliare l’effettiva applicazione dei modelli elaborati.
Attraverso il caso paradigmatico del contesto italiano, che presenta evidenti peculiarità tanto sul versante della Costituzione quanto su quello della legge ordinaria, l’insieme di queste prospettive vuole contribuire al ripensamento dei nodi cronologici ed epistemologici che è in corso negli ultimi anni nell’ambito della storia della pena.
Per informazioni: info@anppia.it
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Regimi punitivi e sistemi politici: il fascismo italiano tra rotture e continuità. Convegno internazionale di Studi
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